Archivio | marzo 2015

“La Settimana Politica…e non solo” atto V: La nuova tragedia in Europa, Renzi e i suoi nemici

1506846_325003517688076_3384170637380919833_n23 – 29 marzo 2015

Ancora Terrore, ancora sangue in EUROPA. Dal cielo sulla terra. Martedì, poco prima delle 11, un aereo della Germanwings cade sulle Alpi francesi. Una linea tedesca, con in maggioranza passeggeri spagnoli. L’arrivo alla verità è stato lento e graduale. All’inizio c’erano solo 8 minuti di vuoto silenzio e gli equipaggi che si rifiutavano di decollare. Poi si è saputo, fino a oggi, tutto. Il copilota, solo in cabina, ha voluto provocare il terribile schianto. 150 morti. Ha scritto: “un giorno sarò ricordato da tutti”, e ha avuto già i suoi litri d’inchiostro e i suoi pixel.


La Merkel, Hollande e Rajoy hala marcia di Tunisi - ansa.itnno raggiunto il luogo dell’orrore. Molti Capi di Stato hanno raggiunto, poi, Tunisi. 70mila PERSONE in marcia per l’altra tragedia, quella della settimana scorsa. Erano presenti anche la Boldrini, Gentiloni e Renzi.

Prima di partire, il PRESIDENTE del Consiglio, ha voluto rispondere agli “altri”. “Mentre loro parlano noi creiamo POSTI di lavoro”. Gli “altri” non sono pochi. Alcuni erano in corteo e poi a piazza del Popolo, a Roma. Lo stesso posto della manifestazione di Salvini. E pure in questo caso il leader aveva la felpa, e sta sempre in tv. Ma questa “Coalizione sociale” di Maurizio Landini non è che si sia capito benissimo cosa sia. Siamo oltre il sindacato, ma non è un nuovo soggetto politico. Almeno per ora. La gente andata, forse, è più Matteo Renzi - askanews.itdel previsto.Bandiere rosse, canzoni d’altri tempi, persone che vorrebbero VEDER vincere questa “cosa rossa”. Non si accontentano del buon traguardo della Ferrari in Formula 1. Sotto lo slogan “Unions”, il segretario della FIOM ha ribadito che il “premier” è “peggio di Berlusconi”, che sul lavoro si era fermato. Applaudivano il sindacalista la Camusso, le associazioni che hanno aderito, ed esponenti del Pd (Civati, Fassina, Rosy Bindi).

Perché tra “gli altri” di Renzi ci sono anche uomini del partito, la “minoranza”. Le incomprensioni sembrano ancora senza soluzione. Alla prossima Direzione Nazionale, sull’Italicum, si prevedono scontri, spaccature. Al livello territoriale diverse situazioni rendono infelice la Segreteria. I RISULTATI delle primarie in Sicilia e Campania, i problemi di Roma, nel documento di Fabrizio Barca. “Altri” sono nella maggioranza di Governo, che su L'uscita di Grillo su Renzi - giornalettismo.comPrescrizione e Unioni civili si è spaccata. E poi “gli altri” d’opposizione. Le destre: Forza Italia con i guai suoi, le liti interne continuano, e la LEGA di Salvini, sempre all’attacco. C’è Beppe Grillo, che ha paragonato Renzi al pilota tedesco, l’Italia all’Airbus finito in pezzi. Ha suscitato qualche polemica.

I POSTI di lavoro sono aumentati, 79mila in più, a TEMPO indeterminato, dopo anni che diminuivano. NON si sa di che tipo però. Si annuncia, quindi, la ripresa: + 0,7%, secondo le stime. C’è una nuova Rai, con l’Ad scelto dal MEF, i consiglieri dal Governo, dal Parlamento, dai dipendenti, per ora è abbastanza criticata.
Non mancano traguardi e scadenze in VISTA. Con l’ora legale, le giornate si sono allungate, ma il tempo no.

Twitter: @MauroMilano

Attenti ai Lupi!

310x0_1426694335328_13580437_medium“C’era un ministro piccolo così, con sette tangenziali già appaltate…aveva un figlio piccolo così che lui doveva un po’ raccomandare…”Sono queste le prime parole della geniale parodia della canzone di Lucio Dalla “Attenti al Lupo” ribattezzata per l’occasione dal comico Maurizio Crozza “Attenti al Lupi”. La vicenda penso che, almeno per sommi capi la conosciate tutti. L’oramai ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi è stato coinvolto in uno scandalo: dalle intercettazioni che hanno svelato il “Sistema” illecito di controllo dei grandi appalti d’Italia retto da Ettore Incalza (dirigente pubblico) e Stefano Perotti (imprenditore), è emersa una presunta “raccomandazione” per il figlio Luca, a cui, Incalza tramite Perotti avrebbe trovato un lavoro.

Ma questa non è l’unica notizia ad aver catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica negli ultimi giorni. Perché ci sono altri Lupi in giro, ben più pericolosi. Si tratta dei miliziani/jihadisti dell’Isis o meglio Is (Islamic State), l’organizzazione terroristica che da mesi sta sconvolgendo il mondo, con attacchi sempre più frequenti. La memoria di quello che è accaduto due mesi fa alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdò è ancora fresca e sanguinante e ora lo Stato Islamico è tornato a colpire, coinvolgendo anche degli italiani. Tunisi, Museo del Bardo, 24 morti, 4 italiani, una cinquantina di feriti. Ma soprattutto ancora tanta paura. Eccoli i due Lupi della settimana: un ministro e alcuni terroristi. Cerchiamo di entrare nel merito delle due questioni. La prima riguarda il già citato membro del governo. Quest’ultimo ha vissuto dei giorni da incubo, poiché, bisogna dirlo non ha avuto soltanto il peso della sua credibilità la_telefonata_del_ministro_lupi_a_incalza_se_abolita_la_struttura_cade_il_govern-0-0-435311messa in discussione, ma anche quello del coinvolgimento della sua famiglia. Proprio l’aspetto familiare è stato il più discusso e criticato. Ma analizziamo i fatti. Dalle intercettazioni emerge che Maurizio Lupi avrebbe chiesto una sorta di “consulenza” (sostiene lui informale e assolutamente amichevole) dal dominus degli appalti truccati Incalza, burocrate del ministero legato da un buon rapporto con il ministro. Il dirigente avrebbe chiamato Perotti, anch’esso amico della famiglia Lupi da 14 anni, e dopo un incontro Luca avrebbe trovato un lavoro, fornito proprio dall’imprenditore. Ma non solo. Risulterebbero altre transazioni di denaro/regali quali un orologio rolex da 10.000 euro donato a Lupi junior per la laurea, un viaggio da 700 euro pagato alla moglie del ministro e un abito comprato. Ora passiamo alle valutazioni del caso. Sia chiaro: non ci sono questioni “penali” ed è davvero logicamente inconcepibile che il ministro si possa essere “venduto” per un orologio o un biglietto aereo. Tuttavia sono aperte una serie di questioni d’ordine etico-politico: prima di tutto la raccomandazione e poi, non di meno importanza, il fatto che Lupi fosse amico sia di Incalza che di Perotti e non si accorgesse della assegnazione sospetta di Lavori Pubblici dal primo al secondo. Etico perché il fatto che Lupi abbia questo stretto rapporto con i due crea un evidente conflitto d’interessi data la fattispecie del caso e politico perchè Lupi in questi due anni, anche senza voler essere 00043437-k6fE-U430702310763174XD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443maliziosi, si è evidentemente affidato ad un “tecnico” che occupava la poltrona da 7 legislature (un tempo infinito!) senza esercitare il controllo che sarebbe tenuto a mantenere. Le giustificazioni del Ministro sono lecite: che bisogno avrei avuto di contattare Incalza se avessi davvero voluto chiedere a Perotti (suo amico) un lavoro per il figlio? E per quale motivo avrei dovuto cambiare un dirigente con così tanta esperienza nel suo campo? Il fatto è che, però, qualche sospetto Incalza lo aveva generato, tanto che qualche anno fa Di Pietro ci si scontrò e il Movimento 5 stelle in tempi non sospetti ne aveva chiesto la sostituzione. Ma la questione politica si allarga anche al fatto che Lupi ha dichiarato giovedì di non volersi dimettere e che non sarebbe mai uscita un’intercettazione in cui lui chiedeva una raccomandazione per Luca e puntualmente l’intercettazione sospetta è uscita. Lo scalpore è stato forte, tanto che il ministro si è dimesso. Ed anche qui, parlando di dimissioni veniamo ad un problema fondamentale. Alcuni hanno definito il suo gesto “coraggioso”, “onesto”, simbolo “d’umiltà”. Ma non sarà tutto un po’ troppo esagerato? La cosa davvero “fuori dal comune” è che in Italia chi fa politica non si dimette quando è messa in discussione la sua credibilità/integrità morale. Per questo vedendo oggi Lupi dimissionario lo si considera in modo eccezionale. E pensare che in America o nelle democrazie europee alcuni ministri si sono dimessi per molto meno… Sull’altra sponda del fiume abbiamo i soldati dell’Isis. Mercoledì nessuno si sarebbe aspettato che uno dei pochi paesi che dopo la cosiddetta “Primavera Araba” aveva img1024-700_dettaglio2_Persone-in-fuga-dal-celebre-Museo-del-Bardo-di-Tunisi-durante-un-attacco-da-due-uomini-armati-di-fucili-Afpcostruito un equilibrio democratico fosse colpito al cuore dai jihadisti. Eppure la Libia era lì, vicina. Come siamo vicini noi Italiani, sempre di più. Le prime vittime in realtà le abbiamo già avute. Si chiamavano Francesco Caldara, Orazio Conte, Antonella Sesino e Giuseppina Biella, tre torinesi e una lombarda. Erano in viaggio, in Crociera, a bordo della nave Costa Fascinosa. Hanno fatto un escursione visitando il Museo del Bardo (famoso per avere la più vasta collezione di mosaici al mondo) e sono stati travolti nel caos. I miliziani avevano tentato di assaltare il Parlamento tunisino, ma la sicurezza li aveva fermati, così hanno ripiegato sul vicino Museo, prendendo in ostaggio numerosi turisti. Le forze dell’ordine, poi, hanno impiegato quasi tre ore per concludere l’operazione di salvataggio terminata con la morte dei terroristi. La reazione italiana all’attentato è stata immediata. Prima le parole di Mattarella: “L’italia non si farà intimorire”, poi rafforzamento delle misure di anti-terrorismo e infine l’aumento di forza militare per controllare le acque che ci separano dall’Africa e difendere le nostre coste. La paura però c’è ed è forte. L’Isis ha dimostrato di sapersi infiltrare anche in società avanzate come quella francese e la minaccia dei foreign fighters è drammaticamente viva. Mai come oggi una forza terroristica si era dimostrata così insidiosa. E’ vero ci sono state le Torri Gemelle e una serie di altri attentati in Europa, ma ogni volta si trattava di azioni esterne, dove non erano direttamente gli uomini del posto a fare la differenza. Oggi invece sono cittadini francesi che compiono una strage a Charlieisis-flag Hebdò. Questo è il segno evidente che L’Isis non è solo un organizzazione terroristica, è un progetto meta-statuale (va al di là del semplice Stato) monoteista e universale, il cui unico Dio ha numerose facce tra cui la Violenza, il Rancore, la Presunzione, aspetti caratteristici della parte peggiore dell’animo umano riassunti da una sola parola: Odio. Non c’entra nulla né la classica religione mussulmana, né qualsiasi tipo di culto “sano”. Perché quello dei jihadisti è un culto malato, che sfrutta demagogicamente folle di frustrati. E chi lo muove, ancora una volta vuole solo una cosa: potere. E cosa sono le vicende dei “due Lupi” se non questioni di potere? Cosa ne pensate delle dimissioni del Ministro e del pericolo del terrorismo? Rispondetemi nei commenti 😉

“La Settimana Politica…e non solo” atto IV

2 – 8 marzo 2015

1506846_325003517688076_3384170637380919833_nUna settimana italiana piena di fatti. Tra le macerie delle statue devastate dalla violenza dell’ISIS e il pilota Alonso che perde la memoria. Tra l’invettiva contro Obama di Netanyahu al Congresso, a Washington, e le ombre dell’omicidio di Boris Nemtsov, a Mosca. Tra l’euforia per il QE di Draghi e la bocciatura finale alle riforme greche senza cravatta dell’Eurogruppo. E l’omicidio di un nero, nel cinquantesimo di Selma.

Il Jobs Act è sulla gazzetta ufficiale. Si firmano i nuovi contratti di lavoro, senza pensare troppo al futuro. La maggioranza scricchiola sulla Prescrizione, ma Alfano è sicuro che un accordo alla fine si troverà. Renzi scommette sulla ripresa, sulle riforme, sulla digitalizzazione della PA. Dopo gli accordi con Svizzera, Liechtenstein e Monaco, è in arrivo quello con il Vaticano. Il “premier” sta mettendo fretta alle mura leonine che limano l’accordo. Un portavoce dello Ior ha tenuto a precisare che non riguarderà «clienti privati». Soldi che rientrano, comunque. Nell’Italia del presidente della Confcommercio di Palermo, già in prima linea conto il racket, arrestato per 100 mila euro di tangente in flagrante. E dei sei milioni sequestrati all’ex commissario di Pompei. Il Parlamento ha la possibilità di intervenire sulla scuola, una quarantina di giorni. Poi il decreto, ritirato, sarà riproposto. Entro il primo settembre vanno assunti miglia e migliaia di precari. Ma c’è anche la Rai, deve diventare il fulcro ilfoglio.itdell’identità culturale del paese. Senza partiti dentro. Perfino Grillo si dice pronto al dialogo, in un’intervista. Proprio lui, il leader a cinque stelle, al Corriere della Sera. Si fa avanti su tv e reddito di cittadinanza. Cambi o non cambi la
Radiotelevisione Italiana, l’interesse di Mediaset per le sue antenne Rai Way rimane. Mentre RCS libri dà l’esclusiva per l’acquisto a Mondadori. E Berlusconi finisce i servizi sociali. Può appendere anche l’esperienza di Cesano Boscone “a qualche tipo di muro”. L’ha trovata costruttiva, ma chi gli è vicino lo trova nervoso. Renzi, invece, non tentenna. Era all’estero e sue dichiarazioni, riflessioni sul partito e stoccate a sinistra (Bersani e minoranza, la Boldrini e Landini), sono uscite su L’Espresso. Tour in Russia del Presidente del Consiglio. Fa tappa in Ucraina e sul memoriale dell’oppositore di Putin ucciso. Tre ore di colloquio con il Presidente russo sono bastate per  lo stop alle sanzioni di Gentiloni. Ma di molto altro i due leader europei hanno parlato. Il ministro degli Esteri ha male accolto i milioni di sbarchi previsti da Frontex. Ma forse anche il terrorista Cesare Battisti, estradato in Brasile, è più vicino alle nostre frontiere.

Abbiamo nuove elezioni vicine. Gli occhi sono puntati su Campania e Veneto. A Sud De Luca, rischia di non poter essere governatore, per la Legge Severino. «Non fa né caldo né freddo», dichiara. Ma nel Nord-est il Centrodestra si gioca il suo futuro. È probabile che Tosi si porti via un pezzo di Lega, uscendone, e si allei con l’NCD. Quanto all’alleanza tra Carroccio e Forza Italia, Salvini si è detto pronto a ragionare se gli altri non votano le riforme. Non lo farayoufeeed.itnno. Ma le riforme andranno avanti. Le regionali sono tra due mesi, il 10 maggio. Nuova prova per tutti, per Salvini che vuole vedere il successo oltre la piazza. Per FI che non vuole precipitare. Per il Governo, che cerca quella che il compianto Leonard Nimoy, lo Spock di Star Treck, avrebbe chiamato «Lunga vita e prosperità». Saluti vulcaniani.

Twitter: @MauroMilano95