2 – 8 marzo 2015
Una settimana italiana piena di fatti. Tra le macerie delle statue devastate dalla violenza dell’ISIS e il pilota Alonso che perde la memoria. Tra l’invettiva contro Obama di Netanyahu al Congresso, a Washington, e le ombre dell’omicidio di Boris Nemtsov, a Mosca. Tra l’euforia per il QE di Draghi e la bocciatura finale alle riforme greche senza cravatta dell’Eurogruppo. E l’omicidio di un nero, nel cinquantesimo di Selma.
Il Jobs Act è sulla gazzetta ufficiale. Si firmano i nuovi contratti di lavoro, senza pensare troppo al futuro. La maggioranza scricchiola sulla Prescrizione, ma Alfano è sicuro che un accordo alla fine si troverà. Renzi scommette sulla ripresa, sulle riforme, sulla digitalizzazione della PA. Dopo gli accordi con Svizzera, Liechtenstein e Monaco, è in arrivo quello con il Vaticano. Il “premier” sta mettendo fretta alle mura leonine che limano l’accordo. Un portavoce dello Ior ha tenuto a precisare che non riguarderà «clienti privati». Soldi che rientrano, comunque. Nell’Italia del presidente della Confcommercio di Palermo, già in prima linea conto il racket, arrestato per 100 mila euro di tangente in flagrante. E dei sei milioni sequestrati all’ex commissario di Pompei. Il Parlamento ha la possibilità di intervenire sulla scuola, una quarantina di giorni. Poi il decreto, ritirato, sarà riproposto. Entro il primo settembre vanno assunti miglia e migliaia di precari. Ma c’è anche la Rai, deve diventare il fulcro dell’identità culturale del paese. Senza partiti dentro. Perfino Grillo si dice pronto al dialogo, in un’intervista. Proprio lui, il leader a cinque stelle, al Corriere della Sera. Si fa avanti su tv e reddito di cittadinanza. Cambi o non cambi la
Radiotelevisione Italiana, l’interesse di Mediaset per le sue antenne Rai Way rimane. Mentre RCS libri dà l’esclusiva per l’acquisto a Mondadori. E Berlusconi finisce i servizi sociali. Può appendere anche l’esperienza di Cesano Boscone “a qualche tipo di muro”. L’ha trovata costruttiva, ma chi gli è vicino lo trova nervoso. Renzi, invece, non tentenna. Era all’estero e sue dichiarazioni, riflessioni sul partito e stoccate a sinistra (Bersani e minoranza, la Boldrini e Landini), sono uscite su L’Espresso. Tour in Russia del Presidente del Consiglio. Fa tappa in Ucraina e sul memoriale dell’oppositore di Putin ucciso. Tre ore di colloquio con il Presidente russo sono bastate per lo stop alle sanzioni di Gentiloni. Ma di molto altro i due leader europei hanno parlato. Il ministro degli Esteri ha male accolto i milioni di sbarchi previsti da Frontex. Ma forse anche il terrorista Cesare Battisti, estradato in Brasile, è più vicino alle nostre frontiere.
Abbiamo nuove elezioni vicine. Gli occhi sono puntati su Campania e Veneto. A Sud De Luca, rischia di non poter essere governatore, per la Legge Severino. «Non fa né caldo né freddo», dichiara. Ma nel Nord-est il Centrodestra si gioca il suo futuro. È probabile che Tosi si porti via un pezzo di Lega, uscendone, e si allei con l’NCD. Quanto all’alleanza tra Carroccio e Forza Italia, Salvini si è detto pronto a ragionare se gli altri non votano le riforme. Non lo faranno. Ma le riforme andranno avanti. Le regionali sono tra due mesi, il 10 maggio. Nuova prova per tutti, per Salvini che vuole vedere il successo oltre la piazza. Per FI che non vuole precipitare. Per il Governo, che cerca quella che il compianto Leonard Nimoy, lo Spock di Star Treck, avrebbe chiamato «Lunga vita e prosperità». Saluti vulcaniani.